La Storia Perfetta di un errore

La Storia Perfetta di un errore.

ovvero di quando la Reno scrisse una Favola.

L’errore risiede per sua natura nella sfera della ragione e vive della rappresentazione della realtà apparente, difforme da quella vera e nascosta agli occhi dell’osservatore.

 

Tuttavia sabato, 8 giugno 2019,  sul campo intitolato a Nelson Mandela, a Schio, casa del Rugby Alto Vicentino, ciò cui abbiamo assistito, spettatori privilegiati, ha poco da condividere con la razionalità. Infatti provando a raccontare i freddi numeri del Torneo 52 Gallerie per la categoria Under14, non si può trasmettere nulla di ciò che si è vissuto in campo e sugli spalti.

In scena è invece andata la sublimazione di energia ed emozioni così intense da travolgere la ragione, piegandola sino a creare il mito e scrivere ciò che in definitiva è a tutti gli effetti una bellissima Favola.

I ragazzi di Alfredo Sorrini, la U14 formata dalle classi 2005-2006, la racconteranno forse anche negli anni a venire; di certo non potranno dimenticarla,

 

Al torneo delle 52 Gallerie, partecipano, oltre alla Reno, altre 5 formazioni: i padroni di casa del RAV, già ospiti del campo Barca in occasione del torneo RCF, i Centauri (una franchigia toscana), il Lucciana (squadra corsa), il Bassano ed infine la compagine francese del Cadeneaux. La Reno partecipa con 22 atleti (in ordine alfabetico Andreoli, Costantini, Dall’Aglio, Faina, Focsa, Gessi, Giraldi, Iotti, Lambertini, Lanzarini, Lelli F., Lelli M., Meliconi, Mussi, Orsi, Pancaldi, Patricolo, Rossi, Roversi, Sudano, Vincenti e Zimari) agli ordini di Alfredo Sorrini e Marco Ragazzi.

Sul campo le ostilità iniziano, per i gialloblu, affrontando i padroni di casa. L’incontro è teso e il gioco, complice probabilmente una concentrazione ancora non perfetta, scorre via con molte imprecisioni in fase di possesso palla. Ciò nonostante la Reno si aggiudica la prima sfida con il risicato punteggio di 10-5 (per la Reno mete Faina e Orsi, entrambe non trasformate). Sorrini non è contento e nella pausa, in attesa della prossima partita, catechizza i suoi ragazzi. Pretende più attenzione e concentrazione.

 

Dopo circa un’ora si torna in campo, questa volta contro i Centauri. I bolognesi appaiono subito più determinati rispetto alla partita con il RAV,  e nel giro di meno di cinque minuti, prima Faina e poi Orsi, portano il punteggio sul 12-0 (solo la prima meta viene trasformata). Ma i Centauri non sono disposti a cedere facilmente terreno e rispondono con buona grinta portando il punteggio sul 12-7. La Reno però ha imparato la lezione dalla prima partita e non lascia scampo ai bravi toscani. Andreoli e ancora Faina fissano il risultato finale sul 24-7.

 

La pausa pranzo consente di riprendere fiato ma soprattutto di studiare quello che è successo negli altri incontri. Tra le varie avversarie spicca certamente il Cadenaux, che nelle prime due partite non solo è riuscito a portare a casa altrettante vittorie, ma ha mostrato una solidità difensiva impressionante, non subendo nemmeno una meta.

 

Il forte sole di Schio riscalda il bel campo sintetico, dove nel pomeriggio riprendono i giochi, proprio con la Reno subito in scena contro i corsi del Lucciana. Partita strana, dal doppio volto. Mai in bilico il risultato (alla fine si chiuderà sul 19-0, con mete di Andreoli, Rossi e Faina), tuttavia non pochi rimproveri riserverà l’allenatore ai giocatori, per aver in più occasioni sprecato situazioni di gioco favorevoli non riuscendo a portare a casa il preziosissimo punto di bonus offensivo.

 

Il Cadenaux, a seguire, regola in una partita tiratissima il Bassano. I francesi riescono a segnare un’unica meta e certamente ia squadra italiana non meritava la sconfitta per avere messo in campo tutta l’energia di cui disponeva, schiacciando i cugini d’oltralpe nella loro metà campo per buona parte dell’incontro.

 

Proprio il Bassano è il successivo avversario dei nostri. Tatticamente l’allenatore veneto sceglie di puntare ad allargare il gioco sulle fasce, con calci di spostamento ed aperture veloci, credendo in questo modo di mettere in difficoltà le ali gialloblu. Sorrini risponde invece impostando il gioco sul pacchetto di mischia ed una veloce risalita difensiva, in modo da interrompere le trame avversarie sul nascere e non consentire così la trasmissione pulita dei palloni veneti. Avrà ragione Sorrini e alla fine il tabellone registrerà il punteggio finale di 29 – 0 a favore dei bolognesi (mete di Faina, Iotti, Costantini, Rossi e Giraldi) con il preziosissimo punto di bonus messo in cascina.


Come in tutte le favole che si rispettino, anche in questa arriva il momento del confronto con l’Antagonista, il momento della partita finale, lo scontro con quei francesi che nel frattempo hanno regolato sia il RAV, sia il Lucciana lasciando gli avversari a zero mete. E’ la partita decisiva: entrambe le squadre hanno fatto percorso netto, con quattro vittorie su quattro partite, ma i primi (errati) conti fatti sulla panchina della Reno, lasciano il dubbio che i francesi possano contare su un punto di bonus in più e quindi che si debba necessariamente vincere l’incontro.

Niente più calcoli, quindi, solo la consapevolezza che questo è il momento finale, l’epilogo ed il punto di arrivo non solo del torneo, ma di un’intera stagione. Lo sanno gli allenatori, lo sentono i ragazzi.

 

Il Cadenaux entra in campo con l’intenzione di impostare subito il gioco sul canovaccio a loro più congeniale: velocità ed impatto fisico. Ne fa immediatamente le spese Faina, in ricezione del calcio d’avvio, travolto dal numero 10 francese, che, in presa aerea, agguanta il pallone e lascia stordito a terra per qualche secondo il capitano gialloblu. Sulla penetrazione conseguente è Andreoli a stendere senza paura il giocatore francese che aveva ricevuto poi il pallone nel pieno della nostra area dei ventidue metri. I quindici minuti dell’incontro sono una battaglia senza quartiere su ogni pallone. Ruck e controruck durissime fanno da contrappunto ad un gioco che cerca di svilupparsi soprattutto in offensive verticali ed improvvise aperture al largo. Su una di queste è eroico il placcaggio di Dall’Aglio che da estremo ferma sul limite della ventidue  il treno francese lanciato a meta sicura, come pure, dopo poichi minuti il placcaggio a meno di 5 metri dalla meta di Pancaldi a fermare l’attacco francese. La partita cresce di intensità, mentre Sorrini chiede ai suoi di aumentare il ritmo con i francesi che, frustrata l’aspettativa di chiudere prima la pratica, mostrano segni di nervosismo in campo, chiedendo continue spiegazioni all’arbitro.

I gialloblu accettano ogni sfida sullo spartito scelto dai francesi. Alla realtà dei numeri (quel temibile zero nella casella delle  mete subite dagli avversari), rispondono con il coraggio e la veemenza di chi coltiva il sogno di chiudere con un trionfo l’esperienza di una squadra che è all’ultimo impegno ufficiale prima di sciogliersi per i passaggi di categoria.
E forse sono anche guidati da un tratto di penna che da qualche parte sta scrivendo una favola, la loro favola.

 

Ogni lettore, ogni scrittore, sa che in un racconto che si rispetti l’Antagonista vince, prima che l’Eroe possa emergere a piegare la realtà e riscrivere il finale spingendolo verso un esito apparentemente impossibile.

Ed anche a Schio, nel Trofeo delle 52 Gallerie, la regola non si infrange.

 

La partita termina sul risultato di 0-0. Risultato giusto per quello visto in campo: due squadre che si sono affrontate a viso aperto e senza nessuna paura. “ Superb Equipe!” è il saluto che l’allenatore francese rivolgerà a Sorrini stringendogli la mano. E la squadra è certamente stata superba.

Ma sul campo al fischio finale c’è sconforto, perchè la convinzione è che il pareggio non basti, lo confermano i festeggiamenti dei francesi sull’altra panchina.

 

E’ il momento in cui si ripensano i piccoli errori e le occasioni mancate. Il Capitano è inconsolabile e sfoga la sua frustrazione lontano dalla squadra, non vuole farsi vedere in lacrime. La meta era così vicina che essere fermati fa male.

Tuttavia sa, il Capitano, che non ha nulla da rimproverarsi e che nulla davvero può nemmeno rimproverare ai suoi compagni.

 

Ma è anche il momento in cui la penna dell’Autore, a cui piace stupire i lettori, scrive, lontano dall’azione, una scena fondamentale, e assegna a personaggi secondari, nelle figure dei direttori del Torneo, un ruolo chiave intrecciando e preparando intorno a loro un finale diverso.

 

Il colpo di scena si consuma al momento della premiazione, quando, come da tradizione, vengono chiamati i capitani delle squadre in ordine inverso rispetto al piazzamento in classifica. Tocca prima ai Centauri, sesti classificati, poi al Lucciana ed al Bassano, quinta e quarta, poi sul podio sale il RAV, terzo classificato. La Reno attende di essere chiamata come seconda classificata, ma l’Autore ha un altro programma ed il secondo posto viene assegnato agli attoniti francesi.

Non meno stupiti, in lacrime ed urlanti di gioia i giocatori della Reno Rugby Under 14, con Alfredo Sorrini e Marco Ragazzi, festeggiano il primo posto, conquistato per il maggior numero di mete segnate nel torneo.

 

Finisce così quest’ultima Favola della stagione 2018-2019: la ricorderemo come la Favola di un errore perfetto, perchè da quell’errore il freddo calcolo dei numeri è stato trasformato in emozione.

E con questa Favola salutiamo infine un gruppo magnifico, che si ritroverà in under 16 tra due anni, per scrivere altri bellissimi capitoli della storia giallo-blu.


Like the legend of the phoenix
All ends with beginnings
We’ve come too far to give up who we are
So let’s raise the bar and our cups to the stars