Under14: III edizione trofeo Lupo di Gubbio. Reno sfortunata, ma anche poco determinata

Gubbio, 26 maggio 2018
Doveva essere l’obiettivo stagionale e così è stato.
Il Lupo di Gubbio, arrivato alla sua terza edizione, si arricchisce della partecipazione di squadre di livello.
Il girone in cui è capitata la Reno lo è particolarmente e già questo, di per sé, caratterizza come buona la scelta di prendervi parte per coronare un’ottima stagione.
Già il primo match tra la prima squadra di Bergamo e il Perugia, vinto 4 a 2 dagli umbri, mostra che gli avversari daranno filo da torcere ai gialloblu di Sorrini.
Segue il match tra Colleferro e la Reno, con i bolognesi sempre in attacco, ma che pagano lo scotto della inconcludenza; finché al 12′, cinque dalla fine, da una palla contesa a metà campo, l’avversario parte sulla fascia destra, elude il primo difensore, poi colpisce il secondo, spiazza l’estremo e vola a schiacciare la classica meta beffa. Ci sarebbe ancora tempo per recuperare, ma la fretta non aiuta mai e in questo caso si parla proprio di quella frenesia, mista alla paura di perdere, che ti fa sbagliare tanto e concludere niente, divenendo profezia autoavverante: risultato finale Colleferro 1 Reno 0.
Il Colleferro si trova subito dopo ad affrontare Perugia, e che dimostra come al solito la sua grande determinazione, ma anche questa volta non appare irresistibile. Altra vittoria per 4 a 2 degli umbri e scende di nuovo in campo la Reno.
La prima sconfitta sembra avergli tagliato le gambe, i lombardi sono sempre in attacco e a metà tempo fanno meritatamente meta. Eppure tecnicamente i bolognesi sembrano essere più forti.
Bisogna aspettare gli ultimi cinque minuti per vedere il vero carattere gialloblu, gli unici 5 minuti di tutta la trasferta in cui la Reno ha manifestato a fondo ciò di cui è capace: Bergamo 1 Reno 3 con due mete di Denis Amico ed una di Riccardo Sayonara Ardissone.
Sulla terza partita, quella che più di tutte valeva la trasferta, dovremmo stendere un pietoso velo. Forse ha giocato la stanchezza, forse la demotivazione o chissà che altro, ma quando si perde prendendo la maggior parte delle mete originate da calcio dalla difesa (avversari in attacco, estremo in difficoltà e mezza squadra ferma nella metà campo avversaria a guardare mentre il malcapitato compagno viene divorato, senza che scatti nulla che dia la motivazione per trovare la forza di rientrare in aiuto) di fronte a un simile atteggiamento si può solo dire che il Perugia ha dato la possibilità alla Reno di allenarsi, ma i bolognesi non sono mai entrati in partita. Solo per la cronaca: unica meta gialloblu di Giovanni Faina, su azione personale, al decimo minuto, riducendo il distacco a 3 a 1; a seguire altre due mete degli umbri con risultato finale Reno 1 Perugia 5.
Alla fine la Reno risulterà nona su 15 squadre partecipanti, ma giocando un girone, da questo punto di vista, poco fortunato: la prima squadra di Bergamo è infatti arrivata ultima come i loro compagni di squadra2; Monselice ha vinto in finale 4 a 1 dopo aver battuto Perugia in semifinale, mentre una Reno scarica ha facilmente battuto 4 a 0 la Orvietana (2 mete di Denis Amico, poi Giovanni Faina e Michele Pancaldi), classificata terza del girone con Monselice, Genova e la seconda di Bergamo.
Al di là della classifica, quindi, questa situazione è stata utile per scontrarsi con squadre di livello: chi scrive è dell’avviso che sia però stata un’occasione un po’ sciupata: grazie comunque a Luca Fava e Alfredo Sorrini per averla voluta e averci creduto.
Confidiamo che nell’ultima partita di campionato, il secondo weekend di giugno con Bologna, i ragazzi trovino le giuste motivazioni per chiudere in bellezza la stagione.
Hanno giocato per la Reno: Denis Amico, Federico Andreoli, Riccardo Ardissone, Jacopo Boschi, Tommaso Bugetti, Davide Callegaro, Marco Chiodo, Giovanni Faina, Ramiro Garuti, Leonardo Iotti, Alessandro Lanzarini, Filippo Lelli, Carlo Micheletto, Gabriel Orsi, Michele Pancaldi, Antonio Putzu, Leonardo Simoncelli e Federico Tintori
Meta man: Denis Amico
Men of the match?: sicuramente nessuno di coloro che guardavano gli avversari senza rientrare ad aiutare i compagni.