Cinque domande a Mihai Miloud Popescu

Mihai Miloud Popescu, o come lo conoscono tutti al campo Barca “Miloud”, è indubbiamente il giovane giocatore della Reno che negli ultimi anni ha fatto più parlare di se.

Miloud si è avvicinato al Rugby grazie alla Fortitudo Rugby, in cui ha giocato fin o alla Under 14, ed a Nevio Pinardi (suo allenatore dell’epoca).
A partire dall’Under 16 è entrato in forza nella Reno Rugby, la categoria era allenata da José Elmer Malaguti e Nicola Musoni, in cui ha fatto un primo ottimo campionato regionale, seguito da un campionato Elite nel secondo anno in quella categoria. Un secondo anno indubbiamente difficile, che però gli ha permesso di crescere tecnicamente ed atleticamente, grazie anche al tutoraggio (cominciato in dicembre) presso il Centro di Formazione di Prato necessario per la selezione degli ammessi della stagione successiva.
Entrato di merito al CdF di Prato ha passato due anni in cui si ricongiungeva ai suoi storici compagni di squadra solo nel corso dell’allenamento del venerdì, per poi giocare con loro la domenica. Nel corso della settimana invece restava costantemente a Prato, dove frequentava la scuola e lavorava duramente sul piano atletico e tecnico ogni giorno.
Qualche impegno con la nazionale giovanile, suffragato anche da qualche bella vittoria, hanno condotto Miloud a raggiungere, quest’anno, la prestigiosa Accademia Nazionale Ivan Francescato.

Noi tutti, suoi grandi tifosi, abbiamo potuto vederlo giocare, lo scorso autunno, nel match dell’Italia Under 20, vinto per un soffio dai transalpini.

Proviamo quindi a conoscere meglio questo nostro cavallo di razza.

Foto credits Fotosportit/FIR

Un momento che sicuramente tutti sognano di poter vivere è quello di sentire l’inno nazionale, prima di una partita, da protagonista. Come è stato quando ti è successo la prima volta? Le volte successive è sempre stato emozionante?

Le emozioni della prima volta sono qualcosa di inspiegabile.
La prima volta avevo il cuore a mille, veramente molto emozionato. Avevo tanta adrenalina in corpo.
Mi rendo conto che tutti i sacrifici che faccio e che facciamo come squadra ci hanno portato a cantare quest’inno, e per la passione che ho le volte successive alle prime, mi lasciano sempre delle emozioni inspiegabili perché per noi non sarà mai una cosa banale quello che facciamo.

Com’è la giornata tipo di un diciottenne semi-professionista? Quanto tempo dedichi all’allenamento? Ti rimane un po’ di tempo libero?

La giornata tipo è:
6:00 sveglia
6:30colazione
7:00 partenza per scuola
13:00-14:00 esci da scuola Torni e pranzi
14:30-15:00 inizio allenamento
17:45-18:00 fine allenamento
Ti docci torni
E poi un po’ di tempo libero o studio prima di cena
20:00 cena
E poi dopo cena un altro po’ di tempo libero e studio.

Hai mantenuto i contatti con i tuoi compagni di squadra della Reno Rugby? E con i tuoi allenatori? C’è qualcuno a cui sei rimasto particolarmente legato?

Sì, ho mantenuto i contatti un po’ con tutti, sia compagni di squadra che allenatori. Ogni tanto ci sentiamo via whatsapp o tramite i social. Sono rimasto legato con tutti, ma in particolare con Nicola Musoni. A lui e a tutti gli allenatori sarò sempre grato perché sono stati proprio loro che mi hanno spinto ad andare avanti.

Foto Credits Fotosportit/FIR

Potendo sognare, ti piacerebbe di più, in futuro, fare qualche esperienza internazionale (giocando con un prestigioso club Europeo, ad esempio) o entrare nella rosa di una delle due squadre italiane che partecipano al Guinness Pro 14 (nota dello scrivente: Benetton Rugby e Zebre Rugby)?

Il mio sogno è sempre stato quello di raggiunge livelli alti e via andare, col tempo, questo sogno si sta concretizzando e non lo vedo più come una cosa astratta o come un banale sogno e io farò di tutto affinché possa diventare realtà.
Sarebbe pazzesco fare qualche esperienza all’estero e ovviamente sarebbe altrettanto pazzesco poter giocare per le Zebre o per la Benetton Rugby.

Visto il momento storico che sta vivendo il rugby a Bologna, ti chiedo, cosa pensi della nascita di questa grande nuova società che comprenderà il Bologna 1928 e la Reno Rugby? Ritieni che possa dare un nuovo impulso di crescita al movimento rugbystico della città?

La nascita di questa grande nuova società è una bomba e ovviamente penso che possa dare un grande impulso di crescita al movimento rugbystico della città, mi chiedo perché non si sia mai fatto prima!! Mi auguro che questa collaborazione possa portare anche alla società delle strutture migliori per la preparazione dei ragazzi. Secondo me Bologna, per la città che è, merita una squadra di rugby di gran qualità. Vedo grandi cose per il futuro rugbystico Bolognese.

Grazie Miloud!

(per tutte le foto allegate all’articolo, inclusa l’immagine in copertina, si ringrazia Fotosportit/FIR)

Foto credits Fotosportit/FIR